Gli apparecchi ortodontici

Gli apparecchi ortodontici riposizionano i denti in modo da migliorare l’estetica , ma anche risolvere problemi o masticazione. Sono adatti sia ai giovani che agli adulti.
Gli apparecchi si dividono in due grandi categorie: i mobili e i fissi. Tra gli apparecchi mobili, che vanno utilizzati in ogni caso durante tutto il giorno e la notte, ma si possono levare per mangiare, secondo le necessità e le indicazioni del dentista, troviamo anche quelli di ultima generazione, i cosiddetti allineatori invisibili, o “bite”. Nella categoria degli apparecchi fissi, dobbiamo distinguere tra vestibolari  (esterni), cioè quelli in cui si vede la piastrina (in gergo tecnico “bracket”) posizionata sul dente, e quelli linguali (interni), nei quali le piastrine sono posizionate dietro al dente, nascoste allo sguardo. 
La scelta dipende dal problema da risolvere: gli apparecchi mobili si usano di solito se si ha l’esigenza di indurre un allargamento e un’azione scheletrica o funzionale dell’osso mascellare o della mandibola, mentre quelli fissi agiscono più direttamente sulla posizione di ogni dente.
Ma la decisione può indicare anche l’esperienza dell’ortodontista: gli apparecchi mobili sono in generale utilizzati da chi ha meno esperienza sul campo;  i più esperti sono in grado di occuparsi sia di apparecchi mobili che fissi, e in particolare di quelli linguali, che richiedono una gestione più complicata.

Non ci sono limiti d’età per l’applicazione degli apparecchi. Le condizioni di base sono la presenza di denti e la collaborazione del paziente, per cui si può iniziare il trattamento già ai 7-8 anni, ma si può intervenire anche da adulti. Ormai gli apparecchi moderni sono molto efficaci anche per gli adulti: si avranno risultati più limitati per quanto riguarda la crescita dei mascellari rispetto ai bambini, mentre gli spostamenti dentali si possono ottenere senza difficoltà legate all’età e senza grosse differenze nella tempistica. L’unica cosa che può influire negativamente è lo stato di salute dei denti: se un dente è malato, conviene non spostarlo.


Igiene
Due sono le precauzioni fondamentali da prendere una volta che si indossa l’apparecchio. Per prima cosa attenersi alle regole di una scrupolosa igiene orale per prevenire calcificazioni intorno alle componenti degli apparecchi sui denti. Se si seguono una buona igiene orale e i consigli del dentista, non ci sarà una maggiore predisposizione alla carie. Nel caso di apparecchio fisso, i movimenti di pulizia sono gli stessi consigliati per tutti, a cui ne vanno aggiunti però altri: con l’aiuto di uno spazzolino monociuffo si pulisce nelle zone in cui non può arrivare quello normale, cioè tra un dente e l’altro e sotto il filo che collega le piastrine.
Conviene poi portarsi sempre dietro lo spazzolino quando si è fuori casa e spazzolare bene i denti, eventualmente anche senza acqua e dentifricio se non li abbiamo a disposizione, subito dopo aver mangiato. 
Nel caso di apparecchio mobile il lavaggio è più semplice perché basta toglierlo e lavarsi i denti normalmente, ricordandosi però di pulire accuratamente anche l’apparecchio che va spazzolato esattamente come facciamo per i nostri denti,  quindi sopra, sotto e nelle fessure.
La seconda precauzione è di evitare di mordere  e affondare i denti in cibi particolarmente duri che possono danneggiare le piastrine.


Adattarsi alla convivenza
Qualche piccolo fastidio è del tutto normale, nei primi tempi. In particolare, l’apparecchio mobile ha un ingombro maggiore sul palato e può dare inizialmente qualche interferenza con il linguaggio. I bite invece sono molto sottili e più leggeri, e quasi non si sentono. Stessa cosa per il fisso vestibolare, mentre il fisso linguale può infastidire all’inizio per la presenza delle placche interne, ma poi ci si abitua.



Costi e durata
Si passa da un minimo di 1.000 euro per una terapia di breve durata con apparecchio rimovibile fino a costi molto più alti, che possono arrivare fino a 8.000 euro per una terapia più lunga e complessa. Il trattamento può durare da un anno (talvolta meno) fino a tre, e prevede controlli periodici ogni sei mesi circa. In generale, si riesce sempre a ottenere il risultato che ci si è prefissato. L’apparecchio risulta inefficace solo se il paziente non collabora e non segue le indicazioni del dentista.

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