Capita a molte
persone di avvertire una piaghetta gonfia e ulcerata all’interno
della bocca, tanto dolorosa da complicare le normali attività come
mangiare, bere, parlare e lavarsi i denti.
È possibile che si
tratti dell’afta, un disturbo della mucosa orale che colpisce le
donne più degli uomini e in Italia interessa addirittura il 40%
della popolazione.
Cos’è l’afta
L’afta è
l’espressione clinica della stomatite aftosa ricorrente, cioè la
malattia ulcerativa più frequente del cavo orale: si presenta come
un arrossamento che poi si evolve in un’erosione bianco-giallastra
o grigiastra di forma ovalare, di dimensioni variabili e mai
sanguinante.
Le cause non sono ancora del tutto chiare, ma sono stati individuati dei fattori scatenanti che favorirebbero l’insorgenza di queste ulcerazioni, localizzate principalmente sul lato interno delle labbra, guance, pieghe delle mucose, margini e superficie inferiore della lingua, pavimento della bocca, palato molle e pilastri tonsillari.
Le cause non sono ancora del tutto chiare, ma sono stati individuati dei fattori scatenanti che favorirebbero l’insorgenza di queste ulcerazioni, localizzate principalmente sul lato interno delle labbra, guance, pieghe delle mucose, margini e superficie inferiore della lingua, pavimento della bocca, palato molle e pilastri tonsillari.
Nello
sviluppo dell’infiammazione giocano un ruolo importante la
genetica, lo stress, le carenze nutrizionali, gli agenti
microbiologici (tra i quali prevale lo streptococco orale), i fattori
immunitari, le alterazioni ormonali, i disturbi del sistema nervoso
autonomo, le malattie psichiche e i traumatismi locali, come i morsi
e le abrasioni da spazzolino.
Cosa fare
È proprio a causa
di questa multifattorialità che le afte non si possono prevenire.
Niente bevande bollenti Si possono però adottare alcuni accorgimenti
per evitare che il dolore si accentui e che la guarigione vada per le
lunghe, a cominciare da quello che si porta in tavola.
Il
momento più critico è quello del pasto: masticando un boccone,
infatti, l’ulcera è sottoposta a ulteriori abrasioni, che causano
fitte dolorose e fastidio prolungato.
Nella fase più
acuta del disturbo bisognerebbe evitare di mangiare cibi troppo
friabili e croccanti, che potrebbero aggravare la sintomatologia.
Oltre alla consistenza, però, è necessario prestare attenzione
anche all’acidità di alimenti e bevande, in grado di irritare
ulteriormente il cratere ulceroso: per questo, sarebbe meglio
eliminare momentaneamente agrumi, pomodori e aceto, alcol,
cioccolato, caffè e cibi piccanti.
Infine, occhio alla
temperatura: bocconi troppo caldi potrebbero peggiorare
l’infiammazione.
Dentifrici
antisettici
Sebbene sia molto
fastidiosa, l’afta è guaribile nell’arco di dieci giorni, non è
contagiosa e non deve destare grandi preoccupazioni, specialmente se
ci si affida a un prodotto in grado di lenire il dolore, evitare
un’infezione delle ulcere da parte della flora batterica orale e
prevenire le recidive, potenziando i meccanismi di difesa.
In
prima battuta, ci si può rivolgere al proprio odontoiatra, il quale
prescriverà il farmaco topico che ritiene migliore per quella
persona .
Oltre a un’adeguata igiene orale, si possono usare
collutori, gel, dentifrici antisettici a base di clorexidina, che è
un agente antibatterico e disinfettante ad ampio spettro d’azione.
Tuttavia l’uso prolungato di questa sostanza, anche oltre il
periodo indicato, può causare un’alterazione della cromia dei
denti, favorendo l’insorgenza di macchie sulla superficie: in
questi casi, è bene rivolgersi all’odontoiatra per prenotare una
seduta di pulizia dentale professionale, in grado di riportare il
dente al suo colore naturale.
In alternativa, esistono anche le
compresse adesive buccali con corticosteroidi: queste ultime devono
essere posizionate a diretto contatto con l’ulcera, dove esplicano
la loro azione protettiva, antinfiammatoria e antidolorifica.
Farmaci
in gel
In commercio sono
presenti numerosi prodotti da banco, utili per alleviare i sintomi ma
non per curare in modo definitivo il disturbo. I presidi disponibili
di sicura efficacia includono l’impiego di sospensione o gel a base
di sucralfato, un principio attivo impiegato soprattutto nel
trattamento
di ulcere del tratto
gastrointestinale.
Possiede un’attività citoprotettiva, che
stimola la produzione di muco e bicarbonato, cioè la sostanza
prodotta dalle cellule epiteliali per proteggere la mucosa dello
stomaco dall’acidità. Si può optare anche per toccature con
prodotti a base di cloruro di zinco a bassa (1,5%) e alta (36,77%)
concentrazione: il ruolo svolto è quello di un’azione caustica
sulla mucosa e quindi localmente si nota un’attività antisettica e
analgesica. Infine, un efficace alleato contro le lesioni ulcerose
della bocca è l’acido ialuronico in gel. Questo polimero è un
componente essenziale della matrice extracellulare dei tessuti, tra
cui quello della mucosa orale, pertanto posizionandolo direttamente
nel cratere ulceroso se ne favorisce la guarigione.
Generalmente questi
prodotti vanno applicati almeno due volte al giorno, fino a quando
l’afta tende a scomparire; tuttavia, se i presidi non risolvono il
disturbo nei tempi previsti, è meglio sottoporsi a un controllo dal
proprio medico di famiglia per valutare se le lesioni sono secondarie
a malattie sistemiche che potrebbero averle provocate. In questo
caso, si interviene sulla patologia di base e si eliminano i
possibili fattori scatenanti.
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