Dentifrici sbiancanti

Come funzionano i tanti dentifrici sbiancanti venduti in farmacia o al supermercato?
Alcuni hanno un’efficacia meccanica e, attraverso agenti chimici come silice, solfati e perliti, determinano un’azione abrasiva calibrata, una sorta di scrub che elimina i residui alimentari e quelle macchie che conferiscono ai denti una colorazione giallastra.
Altri invece, sono caratterizzati da un’efficacia chimica perché composti da sostanze che sciolgono alcune macchie, come gli estratti di licheni.
Quasi tutti i dentifrici sbiancanti contengono anche fluoro, che serve a rafforzare lo smalto e a proteggerlo dagli attacchi degli acidi prodotti dagli enzimi batterici presenti nella bocca che potrebbero contribuire a un sorriso poco brillante.
Attenzione però: il dentifricio sbiancante non va usato sempre, solo come trattamento periodico che serve a mantenere l’effetto degli eventuali  trattamenti sbiancanti.


Attenzione all’acqua ossigenata per sbiancare
Fino all’anno scorso si potevano vendere prodotti sbiancanti con concentrazioni anche molto alte di perossido di idrogeno (acqua ossigenata).

Ora fortunatamente anche l’Italia ne ha vietato il commercio, recependo una direttiva europea: per il fai-da-te la concentrazione massima non può superare lo 0,1%, gli sbiancanti con quantità di perossido di idrogeno tra lo a,1 e il 6% richiedono un esame clinico e il trattamento iniziale da parte di un dentista. Serva da monito a chi usa la comune acqua ossigenata venduta al supermercato per uno sbiancamento casalingo. Può causare infiammazioni alle gengive e altre irritazioni ai tessuti molli della bocca.
Le buone abitudini sono il primo sistema per mantenere denti bianchi. Spazzolino e dentifricio con regolarità e seduta di igiene orale ogni anno: questa è la base.


Buone abitudini
Ci sono poi alcune sostanze che più di altre intaccano il candore, come caffè e sigaretta. Idem per il vino. Può macchiare i denti più quello bianco (che ha un pH particolarmente acido) che il rosso. Ma un ricerca condotta in Germania presso l’Università Johannes Gutenberg di Magonza ha messo in luce che esiste un piccolo trucco per ovviare il problema (perfetto durante l’aperitivo): mangiare un pezzetto di formaggio mentre si beve.

Mal di denti: rimedi naturali

Il mal di denti è il sintomo di varie malattie quali carie, ascessi, infiammazioni della polpa e della radice del dente, piorrea e gengiviti. Il dolore può essere localizzato o diffuso su tutto il volto, intenso, pulsante e spesso insopportabile. Alcune volte, è leggero e si intensifica consumando cibi e bevande calde o fredde o a causa della masticazione.
In questi casi la medicina naturale può aiutare grazie a rimedi che riducono il dolore per i loro effetti antinfiammatorio, disinfettante e, talvolta, leggermente antibiotico.


Per lenire il dolore
Il bosso (Buxus sempervirens) già noto per le sue proprietà sin dal XII secolo: preparato sotto forma di macerato glicerico al dosaggio di 30 gocce diluite in mezzo bicchiere d’acqua, permette di ridurre il dolore grazie alla sua azione antinfiammatoria. Va preso alla mattina e alla sera per 4-5 giorni. 
Utili sono anche gli sciacqui della bocca fatti con 30 gocce di tintura madre di calendula (Calendula officinalis), sciolte in un bicchiere di acqua tiepida, da ripetersi ogni 2-3 ore per 4-5 giorni, sfruttando le qualità antidolorifiche e disinfettanti di questo fiore. A questo rimedio, si possono aggiungere 30 gocce di tintura madre di echinacea (Echinacea Angustifolia) che ha notevoli proprietà antibiotiche.


Per ridurre la tensione
Ai rimedi citati, che agiscono sul dolore e sull’infiammazione, si può abbinare il macerato glicerico di tiglio (Tilla tomentosa) che, grazie alle sue proprietà sedative, è utile per ridurre la tensione nervosa che accompagna e può amplificare il mal di denti. All’effetto sedativo si lega quello ansiolitico, utile in caso di ansia legata alla “paura” del dentista, che spesso fa ritardare l’intervento dello specialista. In entrambi i casi, il dosaggio è di 30 gocce tra volte al giorno per 2-3 giorni.
Questo rimedio è indicato anche per i bambini, riducendo il dosaggio in base all’età.



Un pronto intervento
E’ d’aiuto anche mettere 1-2 gocce di tintura madre di piantaggine (Plantago mahor) che riduce l’infiammazione, direttamente sul dente dolorante, ripetendo l’applicazione 3-4 volte nella giornata per 2-3 giorni. Questa pianta è molto comune nei prati e lungo i sentieri di campagna; tradizionalmente le sue radici grattate venivano usate come impacco sulla guancia per alleviare il mal di denti. Inoltre, è utile mettere a contatto del dente un batuffolo di cotone sul quale sono state versate 1-2 gocce di olio essenziale di chiodi di garofano (Caryophilli aetheroleum), due volte al giorno per 2-3 giorni. Oltre che disinfettante, questo olio allevia, anche se solo temporaneamente, il dolore. 
In assenza dell’olio, è anche possibile mettere sul dente dolente un chiodo di garofano.

Mese della prevenzione dentale

Approfittiamone e facciamo un regalo ai nostri denti. Fino alla fine di ottobre puoi approfittare del 33° mese della prevenzione dentale. Offerta da i dentisti Andi in collaborazione con Mentadent, ti permette di sottoporti ad un accurato controllo gratuito. Informazioni e dentisti aderenti su mentadent.it

Inoltre puoi usufruire anche dell’iniziativa di Oral-B, AZ e Kukiden “Tutti in piazza sorridenti”: gli specialisti dell’Associazione igienisti dentali italiani saranno presenti in 19 piazze per informazioni sulla prevenzione. Inoltre è disponibile il numero verde 800116331 per ricevere consiglia da un esperto. Info: aiditalia.it

A novembre, infine, c’è la 7ª edizione del  Mese della prevenzione del bruxismo (l’abitudine di stringere o digrignarei denti). Puoi usufruire di una visita odontoiatrica gratuita, presso uno degli oltre 5.000 studi selezionati. In più, se soffri di questo disturbo e utilizzi già un bite, puoi acquistarne uno nuovo della linea DrBrux con 20 euro di sconto. Info: drbrux.com

Novità
Gli specialisti della Yale University (USA) stanno studiando una sostanza, Keep32, che dovrebbe debellare in un minuto lo Strptococcus mutans, il batterio cariogeno.  Ma in attesa di un rimedio anticarie definitivo, è bene curare l’igiene orale il più possibile!

Pulizia dei denti: tecnica di Bass

Come ci hanno insegnato fin da bambini, i denti vanno lavati dopo ogni pasto. Ma siamo sicuri di farlo nel modo corretto?

Si chiama “tecnica di Bass modificata”: i denti vanno spazzolati con un movimento rotatorio, non circolare, verticale dalla gengiva al dente (mai al contrario), sia sulle superfici esterne che su quelle interne (spesso si dimenticano) e con un movimento orizzontare sulle superfici masticatorie.
Il tempo minimo necessario per l’igiene orale dovrebbe essere di almeno 2 minuti. Ricordate inoltre di sciacquare bene lo spazzolino dopo l’uso, per eliminare eventuali batteri.
E’ utile anche la pulizia della lingua, perché nelle sue pliche si annidano batterici che possono essere causa di alitosi. Per farlo, basta il normale spazzolino, oppure, ancora meglio, un pulisci-lingua.
Può capitare di mangiare fuori casa e non avere dietro lo spazzolino (buona regola è comunque portare sempre con sé un piccolo kit da viaggio): sarà utile sciacquare abbondantemente la bocca con acqua, ma soprattutto evitare di concludere il pasto con un dolce; meglio elementi fibrosi come verdure crude o una mela, che aiutano a pulire i denti.


Spazzolini
Se avete uno spazzolino manuale, assicuratevi che abbia un manico anatomico e comodo da impugnare, una testina di 2,5-3 cm di lunghezza e 0,5-1 cm di larghezza e setole di durezza media con la punta arrotondata. La disposizione mista delle setole è più una trovata commerciale che funzionale: lo spazzolino classico è perfetto.
Lo spazzolino va cambiato ogni 3 mesi al massimo, o comunque quando mostra evidenti segni di usura.

Lo spazzolino elettrico può essere più efficace nella rimozione della placca, ma solo per chi non riesce ad eseguire bene la tecnica di Bass, che resta sempre il metodo migliore. In caso di gengive sensibili, poi, è meglio usarlo con cautela. Sceglietene uno con testina rotonda, soffermandovi sulla pulizia di ciascun dente per qualche secondo.


Filo, scovolino e collutori
Il filo interdentale va usato quotidianamente almeno una volta, preferibilmente di sera. Quello cerato è più semplice da usare perché facilita il passaggio nel punto di contatto tra i denti, quindi può essere utile soprattutto per chi ha contatti interdentali serrati, ma in realtà il non cerato è altrettanto efficace.
Interessante il tipo espandibili, che con l’uso si espande come un spugna e aumenta così notevolmente l’efficacia pulente del fino. Allo stesso scopo sono utili gli scovolini.

Attenzione ai collutori. Quelli generici hanno scarsa utilità, meglio usare quelli specifici, ma per breve tempo, e solo in caso di necessità su prescrizione dell’odontoiatra, in quanto possono causare irritazioni e ipersensibilità soprattutto se contengono alcol. 
Collutorio naturale fai da te
Un collutorio del tutto naturale e utile per rinfrescare l’alito e aiutare a tenere lontano i batteri che causano placca e  stomatiti è quello che si ottiene aggiungendo un cucchiaio di foglie secche di salvia a un litro d’acqua bollente, facendo riposare per 10 minuti e poi filtrando l’influsso. Si utilizza, una volta freddo, per sciacqui quotidiani.



Non dimenticate infine che ogni sei mesi circa è bene sottoporsi a una seduta di pulizia professionale dei denti.

Consigli per la salute dei denti

Secondo una ricerca solo il 39% dedica adeguata attenzione a igiene e cura dei denti, e appena il 36% fa visite di controllo periodiche dal dentista. Situazione ancora più critica per la parodontite, infezione che colpisce oltre il 60% della popolazione. Ma l’aspetto più grave è che quasi il 40% degli italiani crede ancora che la parodontite sia una malattia non curabile. Può invece essere evitata con i controlli periodici dal dentista. Esiste anche un test di autovalutazione della parodontite su parodontite.it/cura-piorrea/test-parodontite.

Alcuni chiarimenti riguardanti l’igiene orale
Sbiancamento
Esistono vari dentifrici sbiancanti sul mercato. Ma un intervento di sbiancamento dei denti più duraturo e calibrato sulle singole esigenze si fa dal dentista con prodotti ad alta concentrazione di acqua ossigenata, anche detta perossido d’idrogeno. Questo può provocare un aumento della sensibilità  dei denti, possibili danni alle otturazioni, irritazioni. 
Per questo sono stati regolamentati i prodotti di autosbiancamento. Si è stabilito che a casa non is possono usare prodotti con concentrazioni sopra il 6% di perossido.



Spazzolino elettrico
L’elettrico è migliore dello spazzolino manuale? La risposta è sì, ma deve avere il manico ergonomico per indirizzare le testine rotanti, e queste devono essere preferibilmente tonde. In caso di usura dei denti la parola passa al dentista e all’igienista, che devono sensibilizzare il paziente sull’uso del fluoro e sua una corretta alimentazione. L’uso di paste dentifrice fluorate riduce le nuove carie di un terzo. Fondamentale resta la prevenzione a casa del paziente e alcune associazioni di dentisti (Aio) stanno formando i propri iscritti sulla sensibilizzazione circa questi temi.

La sigillatura dei denti

I bambini si sa, amano i dolci. Li consumano in diversi momenti della giornata e, non sono ancora esperti nella corretta igiene orale corrono il rischio di andare incontro alla carie. Oggi, l’odontoiatria, mette a disposizione una difesa in più. 
Si tratta della sigillatura, un sistema che consiste nell’applicazione di una sostanza speciale sui molari posteriori, per renderli più robusti.
Solitamente la sigillatura si fa solo sui molari permanenti, che generalmente spuntano verso i 6 anni di età.
Questo perché i molari, per la loro posizione, sono i più esposti alla carie in quanto più difficili da tenere puliti. Inoltre hanno una superficie caratterizzata da un susseguirsi di solchi e avvallamenti in cui la placca tende ad accumularsi, dando origine al meccanismo di disgregazione dello smalto che porta alla sua distruzione.

L’applicazione della resina è un sistema veloce e poco invasivo che richiede circa 20 minuti. Non è assolutamente né dolorosa né fastidiosa. Può essere quindi un modo piacevole per avvicinare il bambino al dentista, aiutandolo a prendere confidenza con le cure odontoiatriche.
La resina viene applicata accuratamente con una sorta di pennellino, nei solchi dei molari superiori e dei molari inferiori.
Alcuni tipi di resine sono auto indurenti ossia solidificano spontaneamente nel giro di qualche istante, per altre è necessaria l’applicazione sulla zona di una luce blu. In ogni caso per ogni tipo di resina si verifica una sorta di adesione chimica e micromeccanica: i materiali, in altre parole, si integrano con la struttura del dente.

Una sigillatura ben fatta ha una durata anche di 10 anni. Le sigillature vanno controllate e, se si staccano, vanno effettuate nuovamente. Prima di effettuare una sigillatura bisogna accertarsi che i denti siano sani e non siano già stati intaccati dalla carie.


Con l’impegnativa del pediatra è possibile fare la sigillatura gratuitamente se si cerca uno studio dentistico convenzionato con la mutua.