Cibi e bevande che macchiano i denti



Molti cibi e bevande che consumiamo contribuiscono a contaminare il bianco dei denti e a creare macchie e aloni sulla dentatura.
Si tratta di cibi e bevande che contengono sostanze particolarmente macchianti e così come lasciano aloni anche dopo il lavaggio sulle nostre tovaglie e tovaglioli, altrettanto fanno con i nostri denti.
In primis il vino rosso che ha una componente sia di agenti coloranti sia di tannini, ma anche il vino bianco favorisce il viraggio del colore della dentatura, specie se bevuto prima di una tazza di altro noto colorante per la sua ricchezza di tannino, secondo alcuni molto più tenace del caffè, forte in agenti coloranti ma basse nei tannini. La scala di coloritura dei tè va dal nero più potente al bianco passando per il verde.
Anche tutte le bevande con Cola, non solo per il fattore tintura ma per il grado di acidità, che hanno del resto in comune con tutte le bevande zuccherate e gasate, in testa gli integratori salini pubblicizzati per gli sportivi. Mirtilli, more, melograni, tutti i frutti intensamente colorati macchiano sia freschi che in succo, marmellata o qualunque altra forma.
Sono considerati macchianti anche la salsa di soia e tutte le salse dal colore potente, dal curry al concentrato di pomodoro.
Sono infine coloranti anche tutti i dolci, le gomme, le gelatine e le caramelle imbevute di coloranti. Se sulla lingua lasciano una traccia colorate, fate conto che ha ricoperto anche i denti.
Nei cibi ultra-coloranti ne trovate anche molti che hanno anche forti poteri anti-ossidanti. Dato che non conviene proprio quindi escluderli dalla vostra dieta, ricordate di alternarli con altri antiossidanti come cavolfiori, mele, pompelmi, meloni. Inoltre, tra i colpevoli delle macchie sui denti, ci sono alimenti e bibite incolori, ma che finiscono per aver lo stesso effetto perché sono acidi. Cercate almeno di non tenerli a lungo a contatto con i denti, specie quelli davanti, bevendo con la cannuccia quando si può.
Buona regola è risciacquare la bocca con un sorso d’acqua dopo aver bevuto o mangiato i suddetti alimenti.

Lavare i denti ai bambini



I denti dei bambini vanno lavati subito, fin dallo spuntare del primo dentino.
Si inizia con una garzina imbevuta d’acqua  e poi, dopo i due anni, di dentifricio per bambini diluito.

Lo spazio di tempo tra i sei mesi e i 16 anni è quello in cui si formano sia i denti decidui (denti da latte) sia i denti definitivi. Il ruolo del fluoro in questi anni è cruciale e il suo effetto massimo. Anche per gli adulti il fluoro è efficace ma non nella stessa misura.
Per questo motivo le dosi di fluoro sono diverse e i dentifrici per adulti possono essere usati solo dai 12 anni in su. Prima va utilizzata una pasta dentifricia specifica per bambini.

Anche lo spazzolino per i piccoli deve avere una testina proporzionata al loro cavo orale ed una impugnatura facilitata, cioè più voluminosa e sagomata. Quando i bimbi sono in grado di cominciare a maneggiare lo spazzolino da soli, vanno assistiti e controllati: sia nel movimento, che deve essere impostato da subito in modo corretto; nella disciplina ovvero nel percorrere tutte le superfici dei denti senza trascurare nessuna parte; nel tempo adeguato ovvero due minuti almeno per due volte al giorno.
Fate anche in modo che i bambini vedano i genitori e gli adulti lavarsi i denti, esempio che determina l’emulazione e l’apprendimento di un’abitudine radicata.
Si può optare anche per l'utilizzo di uno spazzolino elettrico che compensa la poca manualità dei bimbi favorendo una migliore pulizia dei denti.

Alitosi: cause e rimedi



L'alitosi, ovvero l'alito maleodorante, può essere una condizione momentanea dovuta al consumo di alcuni cibi che tendono a provocarla come l'aglio o la cipolla. In questo caso nell'arco di un giorno l'alito cattivo sparisce, se invece è una condizione costante allora bisogna ricercarne le cause che lo provocano.
Le cause più comuni dell'alitosi persistente, riguardano la scarsa igiene orale, il consumo eccessivo di tabacco ed alcol e l'assunzione di certi farmaci (antidepressivi, antibiotici, antistaminici diuretici, antipertensivi, decongestionanti) i quali determinano una scarsa salivazione dalla quale deriva l'alito cattivo.
L'alito cattivo può anche nascondere delle malattie che tendono a provocarlo.
Sinusite. Se ti raffreddi e dopo una settimana continui ad avere tosse, febbre, stanchezza, congestione e alito cattivo, potrebbe trattarsi di sinusite che tende a cronicizzare.
Diabete. Se l'alito acquisisce un odore simile a quello di meleandata a male può essere la conseguenza di un malfunzionamento del metablismo degli zucheri, ovvero che la persona potrebbe soffrire di diabete. L'alitosi in questo caso è accompagnata da altri sintomi come il dimagrimento e la sete costante.
Problemi ai reni. Pazienti con insufficienza renale cronica possono aver un alito con un odore simile a quello dell'ammoniaca o del pesce. L'ipertensione arteriosa e il diabete sono tra le principali cause alla base di questa malattia che si manifesta con vari sintomi fra cui anche un prurito generalizzato, nausea e mal di testa.
Malattie del fegato. In caso si soffra di cirrosi epatica o di insufficienza epatica, chi ne è affetto può avere un alito dall'odore molto forte.
Occlusione intestinale. Questa condizione viene spesso indicata da un alito particolarmente maleodorante. Il malato soffre inoltre di forti dolori alla pancia, spasmi addominali, vomito, diarrea e stitichezza.
Se l'alito cattivo non deriva da una malattia, questi sono i rimedi efficaci
Andare dal dentista per escludere carie, tartaro e placca batterica. Se una carie si infetta l'alitosi aumenta.
Lavarsi i denti e il dorso della lingua tra volte al giorno con un dentifricio al fluoro.
Usare il filo interdentale e un collutorio antisettico una volta al giorno.
Masticare gomma senza zucchero, ma non deve essere il sostituto dello spazzolino.
Bere infusi di menta piperita oppure liquirizia e masticare foglie di menta.
Mangiare agrumi che stimolano la produzione di saliva, così come bere molta acqua.